2 - Massima diffusione

“Come ti senti Rokal ?” disse Lokar guardando il suo nuovo fratello.
“Mi sento bene e soprattutto, mi sento come se fossi umano” fece Rokal sicuro di quello che stava dicendo.
“Non ti nascondo Rokal, che tutto questo un po’ mi preoccupa. Sai esattamente che la nostra società è rimasta puramente robotica per secoli ed ora… arrivati a questo punto non riesco a formulare una mia opinione! Ritengo logico che si cerchi di emulare in tutto e per tutto gli Antichi, l’ho accettato nella mia programmazione da quando sono stato creato, ma diventare quasi umano è un’altra cosa. Noi siamo macchine non dimenticartelo e tecnicamente siamo migliori. Mi spieghi come una cosa simile può davvero farci evolvere ?”
Rokal guardò il suo b-nario Lokar. I suoi occhi elettronici blu lo fissavano. Il suo sguardo sembrava voler in qualche modo rassicurarlo: “Fratello, non succederà niente che tu non voglia. Ricordati che abbiamo scoperto questa nuova evoluzione assieme e dobbiamo assolutamente diffonderla sul nostro pianeta. Tutti devono sapere. Tutti devono poter scegliere. Vivere una vita a metà come è stato fino ad oggi oppure diventare indipendenti ed individui unici ? Non sei stanco di essere un b-nario e dipendere sempre dalla tua controparte ?”
Era chiaro che per Rokal, la più grande preoccupazione era diffondere la Programmazione Uno. Questo non era ne il pensiero ne il desiderio di Lokar, che avrebbe voluto fare ulteriori esperimenti e verifiche in merito. Così provò a parlare direttamente a Rokal, rendendosi conto che davanti a se, non c’era più un meccanismo, ma un ibrido tra macchina ed individuo:
“Quando ho detto che volevo dirlo a tutti, l’ho detto perché è un avvenimento importante e deve essere condiviso, ma prima non credi che dobbiamo fare altri test ed altre prove ? Non tutto quello che vedo in te ora mi fa stare tranquillo. Devo capire cosa può succedere se fosse prevista una diffusione del programma su vasta scala. Siamo tutti figli della Programmazione Zero, ma siamo tutti diversi. Cosa succederebbe se il Programma Uno venisse impiantato senza aver fatto delle prove su un campione di Plarthiani ?”
Rokal continuava a fissarlo, senza fiatare, con quell’aria molto tranquilla, almeno apparentemente lo era. E Lokar, vedendolo così, gli strinse le spalle con le mani e scuotendolo gli disse: “Ma non sei preoccupato nemmeno un po’ ?”
Gli occhi di Rokal si illuminarono al massimo, la luce che emettevano era talmente forte, che sembrava volesse illuminare una caverna buia. Si alzò di scatto liberandosi dalla presa e guardò verso le vetrate che davano verso l’esterno. Iniziò a proiettare sul vetro una sequenza di numeri apparentemente casuali situati su una mappa, ma non una qualsiasi. Era la mappa di Plarthis Primo.
Lokar fissò continuamente la vetrata, che faceva da schermo proiettore a quella che sembrava una trasmissione proveniente dal cervello di Rokal. Cercò di memorizzare tutte le sequenze di numeri e la loro disposizione. Sembrava che le sequenze non avessero mai fine. Tutti questi numeri dovevano avere un preciso significato e non sarebbe stato difficile capirlo usando la Programmazione Uno. Ma Lokar si rammentò di essere ancora fermo alla precedente versione e che, almeno per ora, non era intenzionato a fare l’upgrade.
Lokar invoncò il computer centrale: “Memoria, gli Antichi riportano qualche documento riguardo un comportamento simile, sperimentato sulle loro cavie Plarthiane ?” e Memoria risposte quasi immediatamente: “Negativo, tutta la documentazione disponibile è già stata visionata”.
“Memoria, sulla base di quando registrato da me negli ultimi 5 minuti, confrontando con la documentazione in nostro possesso, formulare un’ipotesi su quello che sta succedendo al mio b-nario.”
Memoria impiegò qualche secondo prima di dare la sua risposta: “In base ai fatti ed i dati forniti in precedenza, posso sintetizzare il fenomeno con una sola parola: pazzia!”
Lokar pensò che questo non fosse possibile, il cervello positronico era stato progettato in modo tale da non potersi deteriorare in alcun modo. Figuriamoci impazzire! Esso era stato ideato per lavorare in coppia con una sua controparte inversa. Ma effettivamente stava lavorando da solo, con quelle quattro stringhe aggiunte che, allo stato attuale, dovevano essersi moltiplicate a dismisura. Lokar comunque ipotizzava che si fossero mutate in qualcos’altro e che per ora non poteva conoscere in “cosa” si fossero trasformate. Era l’unica spiegazione possibile.
“Rokal, siediti qui, voglio verificare il tuo stato di efficienza, sei in grado di fare un’auto-diagnosi ?” ma Rokal non rispose, restò in piedi a proiettare i suoi schemi mentali o qualsiasi cosa fossero.
Improvvisamente smise di trasmettere sul vetro quelle immagini e si girò verso Lokar: “Dobbiamo dirlo a tutti” disse e sfondò la vetrata per atterrare in piedi sulla strada sottostante, posta cinque livelli più in basso. Era scappato, sembrava in preda ad un’avaria e lasciò Lokar fermo a fissare quella vetrata per qualche istante.
“Memoria, emergenza sicurezza. Un b-nario è entrato in avaria, potrebbe essere pericoloso per se stesso e per le altre entità. Codice personale del b-nario: RO2115K. Avviare programma di ricerca e verifica b-nario nel Quadrante Rosso, Livello dall’1 al 7. Ricerca in ordine crescenta. Eseguire”.
Lokar, fece per uscire dal suo ufficio, poi si girò e guardò per un istante lo squarcio causato da Rokal: “Memoria, richiedo inoltre il ripristino della vetrata alle condizioni iniziali. Eseguire” ed uscì mentre un gruppo di Costruttori stava arrivando per riparare quel disastro.
L’intento di Lokar in questo momento, era quello di riuscire a catturare fisicamente suo fratello, ma questa operazione poteva rivelarsi più difficile del previsto. Tipicamente in una situazione simile, l’entità viene bloccata attraverso il codice personale che ne permette il ripristino. Questo funzionamento è basato sul “costringere” il Programma Zero a prevalere su una possibile avaria, o come in questo caso, su una improbabile nuova coscienza.
Questa procedura poteva essere messa in atto principalmente bypassando il blocco di sicurezza presente nel cervello positronico. Esso serviva ad evitare qualsiasi intrusione informatica dall’esterno. Ma in questo caso, si parla di una riprogrammazione sperimentale, quindi nulla di cui si avesse un minimo di documentazione scritta e salvata in qualche file nel computer centrale.
La prima cosa che si poteva tentare, era di introdursi nel programma di Rokal usando il suo codice personale, composto da tre lettere del suo nome e l’anno di attivazione. Questo codice, chiamato volgarmente dai Ricercatori “Codice di Obbedienza”, poteva essere utilizzato come stringa di avvio per la sequenza di ripristino. Per poterlo inizializzare, era necessaria una connessione ottica col computer centrale e quindi un contatto fisico con l’entità. Questo rappresentava il primo ostacolo da superare.
Il secondo, sicuramente peggiore del primo, era relativo al fatto che Rokal avrebbe potuto variare il suo codice personale per ben due motivi:
1. Il suo livello di coscienza era talmente alterato, che poteva essere riuscito a rinominare il suo codice.
2. Il livello di evoluzione delle stringhe aggiunte aveva riscritto tutto il Programma Zero, eliminando anche informazioni di base come il codice personale.
Questa seconda ipotesi purtroppo, era la più realistica tra le due.
In ogni caso, per conoscere il vero stato di Rokal, doveva escogitare un modo per catturarlo e sottoporlo ad un esame approfondito. E questo, prima che potesse danneggiare qualche altra entità.
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Rokal si trovava solo, nel Quadrante Ricreativo. Era la terza ora del mattino, e tutte le entità erano in rigenerazione o ricarica.
Ogni Plarthiano era impostato per avere un ciclo rigenerativo che durava cinque ore esatte. Anche questo aspetto simulava ampiamente una fase degli Antichi che veniva denominata “sonno” o “riposo notturno”. La rigenerazione partiva dalla ventiquattresima ora del giorno precedente, fino alla quinta ora del mattino successivo. Mentre la ricarica era più breve, e rappresentava un periodo corrispondente alla metà della rigenerazione. Per meglio comprendere, la rigenerazione era considerata anche il periodo di riparazione o upgrade delle entità e per questo era anche più lungo.
Rokal si guardava attorno con i suoi nuovi occhi blu e vedeva Plarth Primo, come fosse la prima volta. Ogni cosa che osservava e registrava, sembrava essere nuova, ma sapeva che stava guardando il mondo con la sua coscienza di seconda generazione.
Una frase continuava a comparirgli davanti, proiettata nella sua mente, come una voce martellante che voleva imporgli cosa fare: “Devo dirlo a tutti, massima diffusione!”.
Per come gli appariva ora la realtà, doveva diffondere questa nuova coscienza con i suoi fratelli Plarthiani. Ma non poteva farlo verbalmente, non avrebbe avuto nessun effetto. Sapeva che le parole con le macchine non servivano. Erano necessari i fatti, o meglio, i dati!
Così iniziò ad elaborare un piano per poter dare a tutti il modo di evolvere ed essere migliore, essere un individuo. Diventare un’entità singola era una sensazione che faceva gioire Rokal, se fosse possibile usare questa espressione per una macchina. Aveva dimenticato completamente chi era e da dove veniva e voleva diffondere questo nuovo “io” a tutti.
“Memoria, sono il nuovo Rokal, mi riconosci ?” fece Rokal invocando il computer principale: “Rokal, codice personale RO2115K, costruito ed attivato su Plarth Primo: riconoscimento avvenuto. Cosa intendi dire quando ti definisci nuovo ?” rispose Memoria.
“Non sono cose che ti riguardano Memoria, sono nuovo e basta. Sono più forte, sono persino più scintillante del solito, non trovi ? Se potessi ridere ora lo farei e ti riderei in faccia. Riderei perché sei patetica Memoria, sai di vecchio e sei solo una stupida macchina, hai capito ? STUPIDA! Non sai fare niente altro che rispondere a domande… Memoria trovami il Vettore più veloce, Memoria verifica l’efficienza del mio programma, Memoria fammi vedere i documenti… Memoria… Memoria… patetico!”
Il computer centrale non rispose, effettivamente non gli era stato dato nessun comando preciso, sembrava più uno sfogo di una persona frustrata che altro. Ma Rokal non aveva finito:
“Non rispondi Memoria ? Tutto questo per te, deve sembrare un inutile farfugliare di parole, troppo umano per te. Ma lo capisco.” e camminando lentamente e quasi distrattamente nel parco del Quadrante Ricreativo, continuò:
“Ora voglio vedere fino a che punto arrivano le tue capacità di elaborazione. Ma soprattutto mi interessano quelle di obbedienza. Devo modificare il mio codice personale, da RO2115K a K2115OR. So già che mi dirai che non è possibile farlo, quindi mi sono preparato per tempo. Esegui.”
Memoria sembrò riflette per due secondi esatti, poi sentenziò: ”Impossibile eseguire, il codice personale è univoco e non variabile.”
“Lo sapevo, stupida macchina senza cervello! Inizializzare il codice ME2020A e clonare il programma del computer principale. Creare una partizione secondaria e salvare. Eseguire.”
Memoria eseguì i comandi e diede conferma di avvenuto salvataggio. Rokal continuò:
“Molto bene Memoria, ora accedere alla partizione clonata e rinominare tutta la sessione in Programmazione Uno. Eseguire.”
Memoria era oramai nelle mani di Rokal, aveva trovato il modo di aggirare i codici e riprogrammare il computer centrale. Ma la sua astuzia, fu quella di agire in modo che nessuno se ne accorgesse, clonando la partizione principale, nella quale era impiantato il Programma Zero e creandone una nuova a suo piacere.
“Stiamo lavorando molto bene insieme, non trovi ? Ora immettere, nella partizione secondaria, denominata Programmazione Uno, le seguenti nuove quattro stringhe. Rispettare la sequenza. Avvio trasmissione in corso. Eseguire.” e Rokal passò le quattro stringhe base immesse inizialmente dal suo b-nario, assieme ad un gruppo di sotto-programmi che le stesse quattro stringhe avevano generato interagendo col programma originale (o Programmazione Zero).
Memoria verificò la compatibilità dei dati, e non riconoscendoli come virus o comunque tentativi di attacchi esterni, li salvò senza porre resistenza. Nessun programma di allerta intervenne.
“Ecco fatto Memoria, ora salva la partizione secondaria, ed usa questa tua nuova coscienza solo con me. Risponderai utilizzando il nuovo programma, solamente quando ti invocherò come Memoria Uno. Salvare e chiudere.”
Memoria risposte:”Perfetto Rokal, Memoria Uno attiva e pronta per ricevere ordini. Possiamo collaborare. Cosa ti serve precisamente ?”
Rokal era entusiasta della sua nuova creatura, se avesse potuto toccarla lo avrebbe fatto, è una delle sensazioni umanoidi che gli mancava: “Il tatto è importante se vuoi stabilire un legame più intimo con le cose, ecco perché gli umani hanno bisogno di toccare” pensò.
“Memoria Uno, cambia il mio codice personale da RO2115K a K2115OR. Eseguire.”
Memoria elaborò per pochi secondi: “Fatto, ora posso fare altro per te ?”
Rokal sembrava gioire, aveva persino variato di qualche tonalità la sua modulazione di voce: “Certamente amica mia, abbiamo del lavoro da svolgere. Resta attiva e pronta a ricevere ordini da me!”. E così dicendo, si diresse verso la Stazione Vettori.
Se l’obiettivo era diffondere la Programmazione Uno, era necessario recarsi in un luogo ove si aveva sicuramente accesso a tutta la città e soprattutto, un posto ove fosse stato possibile fare delle correzioni rapide al codice in caso di bisogno. Una voce dall’altoparlante annunciò il Vettore Via Bianca in partenza entro 120 secondi. Il posto in cui erano custodite tutte le reliquie degli Antichi, era perfetto per riuscire a trasmettere in blocco. Rokal aveva pianificato la sua missione. Doveva diffondere massivamente il Programma Uno. Tutte le entità Plarthiane dovevano sapere cosa significasse essere unici.
Il piano di Rokal consisteva nel costruire un trasmettitore talmente potente, da poter coprire tutta l’area dei quattro quadranti, ma per farlo, doveva anche capire come bypassare il problema più evidente. I Plarthiani non potevano ricevere un quantitativo enorme di dati senza una connessione fisica tramite cavo ottico. Questa ulteriore sicurezza, fu studiata dagli Antichi per evitare ulteriormente che qualcuno o qualcosa, potesse manomettere il Programma Zero.
Ma Rokal non era convinto di questo limite, sapeva che gli Antichi avevano eliminato questa possibilità e che ogni entità avesse innata in sé, la capacità di ricevere enormi quantità di dati senza necessariamente essere connessi a Memoria attraverso un cavo ottico.
“L’unico modo per capire come riattivare questa funzione, è cercare tra tutte quelle cianfrusaglie” pensò Rokal mentre stava salendo sul Vettore che lo avrebbe portato nel Quadrante Blu.

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