3 - Il segreto degli Antichi


Rokal era salito sul Vettore Via Bianca che conduceva al Quadrante Blu.

Il Vettore percorreva il suo tragitto alla massima velocità, passando per il Quadrante Rosso dove si erigevano i palazzi dei Ricercatori, ed arrivando infine agli splendidi giardini del Quadrante Blu che i domestici curavano giornalmente per il possibile ritorno degli Antichi. Tutto era perfetto e senza nessuna sbavatura. Un luogo con tutte le tonalità dell’azzurro, dalla più chiara alla più scura, ogni edificio, ogni parete, ogni scala, ogni accesso. Tutto aveva questa colorazione ed era arricchito dagli splendide sfumature dei giardini in fiore. Tutto perfettamente sagomato e uniforme, come a voler comunicare a tutti, che gli Antichi non potevano che essere onnipotenti e perfetti.

Il Vettore si fermò alla Stazione Bianca ed annunciò una nuova partenza entro 120 secondi. Rokal corse verso l’ingresso del palazzo principale ed iniziò a cercare, con l’aiuto di Memoria Uno, un indizio che potesse fargli capire come poter risolvere i suoi enigmi.

“Memoria Uno, siamo qui dai nostri amati Antichi, per vedere cosa ci hanno nascosto per tutti questi anni. Esiste qualcosa di scritto nei testi riguardo la capacità di noi Plarthiani di ricevere dati senza connessione ottica ?” chiese Rokal in modo quasi sarcastico ed attese impaziente la risposta di Memoria, che non tardò ad arrivare: “Affermativo, ma non si tratta di testi ufficiali, piuttosto sembrano leggende tramandate tra i moduli abitativi degli Antichi. Vengono raccontati degli aneddoti riguardo ai primi Plarthiani, che circa 200 anni fa erano interconnessi tramite un computer e potevano scambiare dati semplicemente spostandoli da una posizione ad un’altra di questo terminale. Curiosamente non si fa mai riferimento a nessun limite nello spostamento. Da qui la leggenda per cui si pensa che i Plarthiani siano potenzialmente comunicanti tra di loro attraverso un massivo passaggio di dati da un’entità all’altra e anche da e per un altro computer.”

“Tutto ciò è ridicolo” fece Rokal: “Memoria Uno, mostrami il progetto di un primo Plarthiano, voglio vederne lo schema fisico e logico con tutti i tracciati neurali. Il loro primitivo cervello duotronico deve essere stato modificato in qualche punto.”

E Memoria Uno mise a disposizione gli schemi. Furono sufficienti pochissimi secondi per far capire a Rokal dov’era quello che, ai suoi occhi, sembrava l’inganno degli Antichi, un segreto tenuto nascosto per decenni. Un segreto che era presente in ogni Plarthiano.

Il cervello positronico attualmente installato in tutte le entità, altro non era che una versione di poco migliorata del cervello duotronico. Per rendere l’idea ben chiara, il cervello duotronico fu potenziato nelle prestazioni di calcolo e nello spazio di archiviazione a disposizione, ma fu sottratto della capacità di connettersi senza cavo ottico.

Questo lasciava pensare che gli Antichi non solo cercassero di sviluppare l’individualità dei Plarthiani, ma di renderli il più autonomi possibile. Ma la loro idea di autonomia non era esattamente funzionale. Basti pensare che ogni entità ha bisogno della propria controparte per funzionare correttamente.

In definitiva, guardando quegli schemi, si capiva chiaramente che non vi era niente di così tecnologicamente avanzato e complesso. Ma la cosa disarmante è che il comando per riattivare questa funzione era nascosto nel “Codice di Obbedienza”.

Era sicuramente qualcosa di poca rilevanza, ma potente a tal punto da poter cambiare le sorti di un’intera civiltà. Rokal pensò che scoprire di cosa si trattasse era di fondamentale importanza, in quanto i Plarthiani avrebbero sicuramente goduto di maggiore libertà di gestione di se stessi.

Fu così che ben presto, egli capì che bastava invocare anche la lettera T alla fine di ogni codice personale, per riattivare il Modulo di Trasmissione e Ricezione dati, ma si poteva fare solo se tutti le entità si trovavano connesse al computer principale simultaneamente. E quale momento migliore se non quando tutte le entità erano in rigenerazione ?

Mancavano pochi minuti alla quinta ora del mattino, e Rokal iniziò freneticamente a pensare ed urlare comandi a Memoria Uno in modo da rimettere in funzione il vecchio modulo di trasmissione e ricezione, presente in tutti i Plarthiani.

Memoria, verifica che tutte le entità siano in rigenerazione, ho bisogno di sapere se qualcuno manca all’appello!” fece Rokal con fare molto sbrigativo: “Attualmente vi sono 19 milioni e 478 mila unità in rigenerazione...” e Rokal bloccò immediatamente Memoria dicendo: “Ma se quello che dici è corretto, significa che vi sono solo 2 unità non in ricarica, e visto che io mi sto connettendo ora, l’altra entità non può che essere...”

“Fermo!” gridò una voce nell’oscurità: “Tu non puoi capire cosa stai facendo, ci distruggerai tutti!”. Era Lokar che nel frattempo era riuscito a localizzare suo fratello, grazie anche ai computer del Centro Ricerche.

Troppo tardi fratello mio, oramai il nostro destino è segnato, vedremo tutti la luce degli Antichi finalmente! Sarai come nuovo fratello, te lo garantisco. Non essere sciocco e affronta con me il tuo destino!e poi si voltò di scatto verso il terminale ed avviò l’attivazione massiva dei trasmettitori grazie alla rete di rigenerazione e successivamente inizializzò l’invio del Programma Uno tramite il Trasmettitore Dati.

“Memoria, bloccare tutti gli ordini impartiti da Rokal. Codice di sicurezza ME2020AT” fece Lokar che grazie a quell’ordine, attivò il modulo di Trasmissione e Ricezione di Memoria

“Caricare il programma Rokal1 presente nella mia memoria di backup e trasmettere la Programmazione Zero al mio b-nario. Eseguire”. A quel punto Rokal crollò immediatamente al suolo.

Con il codice di sicurezza impartito da un Ricercatore, Memoria è in grado di sovrascrivere il Programma Zero in una entità, compresa se stessa, bypassando il codice personale. Fortunatamente Rokal, per non destare sospetti, non aveva mai disattivato o modificato il programma originale di Memoria, che riuscì a prevalere rapidamente sul programma clone denominato Memoria Uno da Rokal.

Lokar si avvicinò con molta cautela a suo fratello mentre era steso con lo sguardo fisso verso l’alto, ed i suoi occhi continuavano a lampeggiare di arancione. Quando un’entità è in questo stato, significa che sta aspettando la sua prima programmazione, oppure è in stand-by.

Lokar afferrò Rokal per le braccia e lo trascinò vicino al primo terminale disponibile del computer centrale collegandolo al cavo ottico. Iniziò immediatamente il download di tutta la sua memoria positronica per verificare cosa fosse effettivamente successo, per capire come evitare in futuro il ripetersi di un possibile disastro. Poi iniziò la procedura di riavvio della coscienza primaria, completando l’installazione ed impiantando anche il codice di obbedienza corretto.

Rokal aveva ora gli occhi non più lampeggianti ma di un bell’arancione acceso e guardavano gli occhi del suo b-nario Lokar: “Ciao Lokar, per quanto tempo sono rimasto inattivo ? L’ultima cosa che ricordo è che dovevamo scrivere le stringhe mancanti al Programma Zero e poi niente altro”.

Lokar non sapeva ancora cosa fosse realmente successo, ma guardando Rokal disse: “Non è successo niente che tu abbia realmente voluto fratello mio, torniamo a casa!”
I due si alzarono, si guardarono per qualche istante e poi si avviarono verso la Stazione Bianca, ove un Vettore li avrebbe riportati al Quadrante Abitativo.

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Era di nuovo l’alba su Plarth Primo, e come ogni giorno che si rispetti, ogni Plarthiano inizia le sue attività giornaliere.
Rokal si recò al Centro Ricerche, col preciso intento di studiare la Programmazione Uno così come scaricata dalla sua memoria. C’era sicuramente da trarne qualche vantaggio e non voleva sottrarsi a questa nuova sfida.

Lokar invece, andò direttamente nel suo ufficio, ed iniziò a scrivere una nuova pagina di storia, che questa volta riguardava gli Antichi. Ma non era una storia del passato, bensì una storia moderna, un qualcosa che era capitato nei suoi stessi giorni. Questo lo faceva convincere sempre di più che in qualche modo i Signori di Plarth, nome obsoleto che oramai non veniva più utilizzato per gli Antichi, avevano voluto metterlo alla prova. Sicuramente Rokal era un fervo sostenitore della loro esistenza.
La vera sfida era poterlo dimostrare.
Lokar fece in modo che ogni entità della città e del pianeta, sapesse esattamente cos’era successo quel giorno. Con l’aiuto di Rokal, riuscirono a creare un documento storico di inestimabile valore per il futuro della loro civiltà.

Era rimasta aperta però una questione molto importante e del tutto non trascurabile. Essa riguardava la vera possibilità di implementare la Programmazione Uno senza difetti ed errori.

Rokal scrisse nel suo rapporto, che per avere un programma stabile ed efficiente, ci sarebbero voluti altri 8 anni, 5 mesi e 12 giorni tra studio, sperimentazione, prototipazione e sviluppo. In poco meno di un decennio avrebbero potuto cambiare completamente la loro esistenza e finalmente fare il salto di qualità tanto atteso.

Essere dei veri e propri individui.

La loro più grande convinzione era che, solo così, potevano sperare di vedere gli Antichi e ricevere la loro illimitata conoscenza.

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