Quando l'alba arriva su Plarth Primo è sempre uno spettacolo.
L'energia sprigionata dai suoi soli, produce degli archi elettrici sulle condutture ad energia che si diramano per la città e fa scintillare le facciate di tutti gli edifici. Plarth Primo infatti è una città altamente avanzata e tecnologica, dove tutto è gestito dalle macchine. Agli occhi di un qualsiasi essere umano, può sembrare impossibile che dei meccanismi possano gestirsi in autonomia, ma in questa società tutto funziona come un orologio, ed ogni meccanismo è perfettamente incastrato e radicato da rendere questa comunità superiore a qualsiasi altra.
Ebbene, nonostante tutta questa perfezione, Rokal dalla finestra del suo ufficio, sapeva che non era esattamente tutto a posto. No, il lavoro non aveva niente a che fare con questa sua sensazione, e non aveva nemmeno a che fare con la grande Entità Alfa. Tutto era dovuto a qualcosa che aveva sentito dire un giorno dal suo b-nario Lokar. Ma facciamo un passo indietro, credo che delle spiegazioni siano, a questo punto, assolutamente dovute.
La società dei Plarthiani è completamente robotica e gestita dalle macchine. Esse si auto-riproducono, si riparano, si gestiscono e soprattutto, non sono in guerra tra di loro perchè ognuno di loro è interconnesso alla sua controparte. Per ogni Plarthiano che viene costruito, ne esiste una esatta copia-inversa, che compensa le possibili carenze o mancanze di programmazione dell'altro. Il comportamento, del tutto casuale, del singolo robot, viene garantito associando metà della Programmazione Zero al primo robot e metà all'altro.
La Programmazione Zero, è la coscienza di base che viene impiantata in ognuno dei Plarthiani e stabilisce le caratteristiche di comportamento di ogni individuo del pianeta. Questa coscienza, è stata fornita dagli Antichi, la razza che gli stessi Plarthiani venerano come i loro creatori o progenitori. Essi sono convinti che l'Entità Alfa, abbia gestito la loro esistenza, e che oggi loro esistono per proseguire la Programmazione Zero. Lo stesso Rokal, lavora in un istituto di ricerca e sviluppo ove viene sperimentata la Programmazione Uno, chiara evoluzione della precedente, ma con nuove caratteristiche non ancora testate.
E torniamo allora a Lokar, la controparte di Rokal, studioso ed esperto della storia degli Antichi. Vivo sostenitore della Programmazione Zero, intesa come unica possibile ed esistente, in quanto scritta dalla stessa Entità Alfa. Tutte le informazioni riguardo la Programmazione Zero, erano presenti sotto forma di file e risiedevano all'interno di un enorme computer, con una propria programmazione atta a catalogare e conservare i dati. Questo computer, veniva denominato da tutti i Plarthiani, "la Memoria" e poteva essere raggiunto da qualsiasi punto della città, semplicemente invocandolo. Esso era integrato in ogni sistema ed ogni abitante di Plarth poteva invocarlo chiamandolo per nome.
Un giorno Lokar, fermo davanti alla piazza principale della città, stava cercando una soluzione per integrare tutti i dati della Programmazione Zero nella Programmazione Uno. Ad un certo punto un pensiero gli sfiorò la sua mente positronica e disse: "Memoria, fammi vedere tutte le informazioni relative alla Programmazione Zero" ed ebbe immediato accesso visivo, a tutte le informazioni relative la sua genesi, gli sviluppi e le leggende costruire sulla loro coscienza. Verificando accuratamente tutti i file, si accorse che al loro interno vi erano svariati pezzi di codice interrotti, quasi di proposito. Porzioni talmente piccole che all'Edificio di Creazione non potevano accorgersi di queste piccole falle. In effetti il programma in se, funzionava molto bene e la sua efficienza è sempre stata superiore al 110%. Ma allora, cosa potevano significare ?
"Memoria, le stringhe 47, 178 e 305 sono complete ?" chiese Lokar: "Affermativo, sono complete esattamente come in origine, nessuna modifica è stata apportata dall'anno 2078" rispose prontamente Memoria. Lokar pensò un attimo e capì che comunque il computer non escludeva che vi fossero state delle manomissioni o modifiche, precedenti all'anno in questione. Ma se così fosse, significava che negli ultimi 150 anni avevano impiantato una versione "modificata" del Programma Zero.
"Devo andare all'Edificio di Creazione immediatamente ed approfondire questa cosa" pensò Lokar avviandosi verso la Stazione Vettori.
Il sistema di Vettori è il miglior mezzo di trasporto pubblico che un cittadino possa desiderare. Composto da una intricata rete di quelle che agli occhi di chiunque, potrebbe sembrare un groviglio di tubazioni, il sistema a Vettori, poteva raggiungere ogni angolo della città o del pianeta. Ogni tubazione, veniva denominata "Via" e solitamente era accompagnata da un numero o un nome di zona o quadrante. I numeri indicavano i livelli mentre le zone o i quadranti, definivano la percorrenza, ovvero l'area della città o del pianeta che si voleva raggiungere.
Plarth Primo, era composto da quattro Quadranti, ognuno di loro era adibito ad una precisa funzione differente e permetteva ai Plarthiani di recarsi nel luogo desiderato, scegliendo il giusto Vettore:
Il Quadrante Abitativo per le zone residenziali disposte su 7 livelli.
Il Quadrante Ricreativo per l'incontro con altre entità disposto su un unico livello.
Il Quadrante Rosso per le operazioni di ricerca e produzione, dove Rokal e Lokar avevano il loro ufficio all'Edificio di Creazione. Disposto su 7 edifici ed in 7 livelli.
Il Quadrante Blu ove venivano conservate reliquie e reperti degli Antichi. Questo quadrante era molto frequentato anche da altre società del pianeta in quanto unico nel suo genere. Disposto su un unico livello e servito da una linea di Vettori dedicata, denominata Via Bianca.
Una voce dall'altoparlante annunciò il Vettore Via Rosso 3 (Centro Ricerche e Creazione livello 3), in partenza entro 90 secondi. Lokar si affrettò a raggiungere la pedana di imbarco per poter salire a bordo. Trovò subito posto, vicino ad una entità domestica e due entità ludiche.
Lo so, ora vi starete chiedendo: “Ma quanti tipi di entità esistono su Plarth Primo ?”. E’ presto detto, in questa città possiamo trovare quattro tipi di entità: Ricercatori, Costruttori, Domestici e Ludici. Nessuno di loro è gerarchicamente più rilevante dell’altro, sono tutti di pari livello e tutti equamente importanti.
Mentre è facile comprendere le mansioni dei Ricercatori e dei Costruttori, molto meno lo è per i Domestici ed i Ludici. I Domestici venivano impiegati per simulare la vita umanoide, la classica vita di casa, con le relative problematiche annesse. La simulazione, serviva ai ricercatori per trovare soluzioni ottimali, atte a gestire la vita e la giornata degli Antichi. Essi infatti vengono sovente impiegati per tenere in ordine il Quadrante Blu nella speranza che un domani, gli Antichi vogliano far nuovamente visita a tutti i loro figli presenti su Plarthis Primo.
I Ludici invece sono appassionati di giochi e vengono anche loro impiegati per compiacere sia gli altri Plarthiani che gli Antichi. Ogni Ricercatore o Costruttore può avere un Ludico per se, ma dopo un periodo di 7 anni, deve essere sostituito o reso al Quadrante Blu.
Una minima parte dei Ludici, denominati Ludici Rossi, vengono impiegati per simulare il comportamento sessuale degli Antichi, ampiamente spiegato nei file che hanno lasciato nel computer centrale del pianeta, ovvero la Memoria.
Lokar era in piedi nel suo scompartimento di Vettore, in corsa sui 250 km che separavano il Quadrante Ricreativo da quello Rosso. All’esterno poteva vedere la città scorrere ad una velocità incredibile, quasi fosse una pellicola fatta avvolgere rapidamente. Tutto in torno il rumore di entità atte a gestire la propria giornata, niente chiacchiere o parole, ma solo rumori meccanici e di circuiti in elaborazione. Questo voleva dire essere un Plarthiano dalla nascita, essere una macchina capace di fare solo quello per cui era destinata. Nessuna evoluzione ? Possibile che gli Antichi non avessero pensato ad una possibile entità autonoma al 100% ?
I pensieri di Lokar erano talmente rumorosi, che non si accorse che gli uscivano direttamente dalla bocca. Era talmente distratto dal rumore della sua mente, che non si accorse che quello che pensava era passato direttamente alle parole, e tutte le entità presenti nello scompartimento, lo guardarono attonito. Uno di loro gli si avvicinò dicendo: “Ho visto che hai difficoltà a gestire il modulo della conversazione, il mio b-nario Toril potrebbe aiutarti, è un costruttore… ah io sono Lirot, Domestico del quadrante Blu, sto andando a sistemare i giardini del parco degli Antichi”.
Lokar non fece a tempo di ringraziare Toril per la sua disponibilità, che si rese immediatamente conto di quello che stava succedendo. Aveva parlato tra sé e sé. Non andava affatto bene. Quasi si spaventò, ammesso che quello che stava sentendo dentro di sé, fosse paura.
Ma per il momento lasciò perdere, e si concentrò sulla reale necessità del momento, ovvero quella di trovare una spiegazione sui pezzi di codice mancanti alla Programmazione Zero.
Il Vettore arrivò a destinazione 20 minuti più tardi e diede tutto il tempo a Lokar di focalizzare il problema. Fece di corsa i pochi metri che separavano la Stazione dall’ascensore che lo avrebbe condotto direttamente al livello 5, ove era ubicato il suo ufficio.
Sfiorò il polso su una placca presente a destra della porta e si aprì. Si sedette violentemente sulla sua sedia e fece l’accesso al sistema informatico interno. Il computer sembrava facesse di tutto per assecondare questa sua fretta. Alla fine Lokar chiese a Memoria di fargli rivedere sul suo schermo, le stringhe 47, 178 e 305. Le fissò in un momento che sembrava essere senza fine e poi capì.
La doppia differenza tra le sequenze forniva un valore pari a 4 (178-47=131 e 305-178=127 quindi 131-127=4).
Queste 4 dovevano per forza essere righe di codice mancanti. Tanti erano anche gli spazi tra le quattro stringhe esaminate.
“Memoria” disse Lokar “Considerando che tra la stringa 47 e la stringa 178 vi sono due spazi, è plausibile che fossero utilizzati in passato per ospitare due righe di codice ?”
“Affermativo” disse Memoria “Questi spazi venivano usati per inserire codice di prova che veniva testato direttamente su alcuni Plarthiani volontari”
“Memoria, si può fare la stessa considerazione per gli altri due spazi presenti, tra la riga 178 e la 305 ?” chiese Lokar, con la voce sensibilmente alterata
“Affermativo, anche queste due righe venivano usate come test. Gli Antichi fecero molti esperimenti in merito, di cui non abbiamo alcuna documentazione precisa, se non un documento unico di due pagine, ove viene riportato un riassunto del risultato ottenuto in 80 anni di test” disse Memoria.
“Memoria, mettere sul monitor il documento. Vediamo cosa sono riusciti a scoprire.”
Lokar scoprì molto presto, che il documento era un insieme di considerazioni, fatte per prove ed errori, su “cavie volontarie” Plarthiane. Si parla di comportamenti anomali e instabili. Senso del dovere e sentimenti accentuati. Perfino di coscienza e amore, tutti sentimenti che un Plarthiano non può provare. Le macchine non provano niente, ne gioia, ne dolore, ne amore, ne odio. Allora come mai si parla di questo ?
Lokar contattò immediatamente il suo b-nario Rokal e gli chiese di raggiungerlo appena possibile.
Nel frattempo continuò a sperimentare e cercare di intuire che righe fossero state cancellate. Ad un certo punto ebbe un’idea. Capì che le quattro stringhe erano relative ai Quadranti di Plarth Primo. Ognuna delle porzioni di città era relativa ad una specifica mansione. E tutte quattro assieme, componevano l’anima di quella che era la comunità Plarthiana.
Provò ad inserire delle righe di codice, che riguardassero esclusivamente la ricerca, la costruzione, la domestica e la ludica. Fece compilare a Memoria il Programma Zero così modificato e lo salvò nel suo computer rinominandolo Programmazione Uno. Quando Rokal arrivò, gli chiese di sedersi e di collaborare ad un esperimento che avrebbe sicuramente rivoluzionato la civilità Plarthiana.
“Siediti Rokal, ho bisogno che mi aiuti a determinare se fino ad oggi siamo vissuti all’oscuro di quello che potrebbe essere l’evoluzione della nostra comunità”. Rokal obbedì senza fare domande, visto che da tutta la sua esistenza non aveva fatto altro che studiare le ipotesi sulla Programmazione Uno. Gli porse il braccio ove aveva la connessione ottica. Lokar innestò il cavo ed iniziò il trasferimento.
Gli occhi elettronici di Rokal guardarono fisso il computer davanti a lui, ad un certo punto passarono dalla solita colorazione arancione, alla colorazione blu. In quel momento Rokal fissò Lokar e gli disse: “Ciao fratello, sono davvero felice di averti aiutato in questo progetto. So che ci tenevi a dimostrare l’esattezza della tua teoria. Questo fa di te una grande persona lo sai ? Sono fiero ed orgoglioso di far parte della tua vita!”
Lokar era quanto meno confuso, parole di conforto, amore, fratellanza, sgorgavano come acqua da una fontana dalla bocca del suo b-nario, che ora lo chiamava addirittura fratello.
Le quattro stringhe mancanti altro non erano che un nuovo stadio della loro Evoluzione. Il primo da oltre 150 anni. Per una macchina, è veramente un’eternità.
“Rokal, sei diverso, sei quasi umano...” disse Lokar.
“Sì fratello, sono qui per aiutarti a completare la Programmazione Zero e passare alla Programmazione Uno, era questo il tuo sogno e la risposta ti è arrivata direttamente dagli Antichi. Tutto questo è affascinante non trovi ?”
Lokar lo guardò, con i suoi occhi arancioni, e non poteva credere che tutto quello che stava succedendo fosse reale, ma era lì, davanti ai suoi occhi e stava succedendo proprio come se lo era immaginato molto tempo fa. Le sue ricerche hanno dato dei frutti insperati, nel modo più inaspettato possibile, ma questa si sa, è la vita, come ognuno di noi se la disegna.
Le aspettative sono importanti, ma i risultati a volte, possono essere straordinariamente diversi e sorprendenti.
“Dobbiamo dirlo a tutti Rokal, preparo un rapporto completo e indiciamo subito una conferenza planetaria, tutti devono sapere di questa scoperta, anche noi possiamo evolvere ed essere diversi. Sembra quasi che con la Programmazione Uno si possa fare a meno del proprio b-nario e vivere un’esistenza individuale.” disse Lokar con una fretta che non si aspettava e poi guardò suo fratello: “Come ti senti Rokal ?”
“Mi sento bene e soprattutto, mi sento come se fossi umano”
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