6 - Gli Alars

Dopo aver completato la sua analisi, Memoria disse: “Rilevato bug core al giunto 74, sottosezione del livello mnemonico 2. Il bug può essere risolto con la sostituzione delle bio-sacche danneggiate”.
Signal guardò fisso verso il terminale. Quel tipo di problema non si era mai verificato prima e
certamente non avevano bio-sacche di riserva da sostituire, non furono mai previste.

Il problema era più serio del previsto.
“Memoria, scollega immediatamente il giunto 74 dal resto dei sistemi. Devia tutto il flusso dati principali direttamente nella sottosezione che ti sto creando”.
Signal stava armeggiando con la tastiera del terminale il più velocemente possibile, in modo da favorire il Computer Centrale durante il trasferimento di tutti i dati necessari. La parte danneggiata riguardava principalmente alcuni sottosistemi che toccavano anche l’ambito della sicurezza, il che poteva sembrare preoccupante, ma non era considerato di vitale importanza da Memoria. Durante le sue svariate auto-diagnosi non ha mai ritenuto necessario doverlo segnalare. E anche questo, a parere dei Costruttori, era strano.

“Tutti i dati sono stati indirizzati nella nuova sottosezione 74-01. Stabilità garantita per 90 minuti”.

Era chiaro che Signal doveva sbrigarsi a trovare e sostituire la bio-sacca o cercare una soluzione alternativa. Le bio-sacche sono dei contenitori con all’interno un composto elettro-organico, che permettono una maggiore efficienza di elaborazione dati del computer. Il composto è stato creato dagli Antichi durante la creazione di Memoria e nessun’altra entità è stata progettata per farne uso. E’ proprio per questo che, non essendo materiale di uso frequente e diffuso, non si riesce a trovarne traccia su Plarth Primo.

Signal iniziò a creare una nuova sub-routine del programma, che permettesse di sostituire digitalmente le bio-sacche. Tale programma poteva integrarsi totalmente col sistema senza dover fare nessuna interruzione durante la conversione. Questo tipo di modifica, per un qualsiasi “inesperto” in materia, sarebbe durata almeno 2 settimane, ma non per Signal. Lui era in grado di generare e gestire una nuova sub-routine in una manciata di ore, ed infatti si mise subito al lavoro per crearne un primo prototipo. Ma il suo problema era che la stabilità del sistema era garantita da Memoria solo per 90 minuti. Fu così che non esitò assolutamente un secondo a contattare il suo b-nario Langis anch’esso esperto di programmazione. Era l’unico che potesse coadiuvare Signal durante questa delicata operazione.

Langis arrivò dopo qualche minuto dal laboratorio adiacente. Senza neanche parlare, guardò la sua controparte, estrasse il cavo ottico dal braccio e lo collegò a Signal. I due ora, erano interconnessi e potevano operare al doppio della velocità passandosi direttamente le informazioni, senza dover proferire parola, metodo quest’ultimo, considerato in questi casi poco efficacie.

Dopo circa un’ora intera di digitazione, avevano quasi ultimato la scrittura della nuova sub-routine, che avevano denominato I.M.F. ovvero Indice Modulare di Fase.

“Attivazione della sub-routine I.M.F. in corso, 10 secondi all’avvio” fece Langis. L’aspettativa era decisamente alta e comunque temevano che non potesse funzionare, visto che non avevano avuto tempo di testarla.
“Attivazione ultimata” disse Signal osservando attentamente i monitor e tenendo d’occhio tutte le possibili variazioni di fase del programma: “Il programma è stabile, manteniamo queste impostazioni per altri 10 minuti e vediamo cosa succede. Dopo di che possiamo rimuovere le bio-sacche dal Computer Centrale”. Era un momento di svolta, la bio-tecnologia di Memoria era integrata nel suo sistema da secoli, ma ora era il momento di evolvere e cambiare anche questa forma deteriorabile di tecnologia.

“Langis, prendi il Risuonatore Duotronico e fai una verifica delle dispersioni in tutto il sistema del Computer. E’ sufficiente una verifica a campione nei giunti di potenza, verifica per primo il giunto 74 da dove il problema ha avuto origine”.
Langis scollegò il cavo ottico dal suo b-nario ed iniziò a fare le verifiche richieste.

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Irotron era giunto in fondo alla scalinata che si era generata al centro della “Camera della Coscienza” del Museo Plarthiano. Direttamente sotto i suoi piedi, c’era un pavimento fatto da enormi lastre di acciaio trasparente, ognuna delle quali era sorretta da una struttura metallica e mantenute unite tramite delle borchie metalliche, apparentemente saldate sulla struttura stessa.

Sotto questa specie di enorme vetrata, c’era uno dei Master Costruttori. Irotron riusciva ad intravedere il codice di servizio che era inciso sulla spalla sinistra. Il robot si presentava come una imponente massa di metallo, le due braccia inferiori, quelle solitamente collegate all’altezza della vita, erano scollegate dal resto del corpo e riposte a terra ai piedi del robot stesso. Aveva un meraviglioso colore nero opaco e tutte le scritte ed i giunti idraulici, necessari per i movimenti, erano di color bianco e argento.

Irotron pensò che l’unica possibilità di entrare in quella specie di teca, era quella di rompere il pavimento. Non era certo una soluzione elegante, ma di sicuro era la migliore che potesse trovare nei pochi secondi che aveva a disposizione. Prima che tutti venissero a sapere della sua scoperta. Prima che fosse comunque troppo tardi.

Alzò il braccio al cielo, chiudendo la mano a pugno, ed affondò il suo miglior colpo (o forse è meglio dire “il miglior colpo che Yakox potesse offrire”) direttamente sull’acciaio trasparente. Scaraventò Giga Newton di potenza su quel materiale che all’impatto, si frantumò producendo un rumore molto forte, ma breve allo stesso tempo.

Irotron, cadde libero al piano di sotto, finendo nello stesso loculo che quel Master Costruttore aveva riposato per chissà quanto tempo. Si arrampicò il più velocemente possibile e raggiunse la nuca del robot, ove era ben visibile la presa di connessione ottica. Irotron estrasse dal braccio il cavo e lo collegò direttamente al robot trasferendo il programma Gene-Sys e tutta la sua coscienza.

Si assicurò che Yakox rimanesse inattivo per un po’ prima che i suoi sistemi di auto-diagnosi, potessero fare un fix del sistema e lo potessero riattivare.
Il Master Costruttore accese i suoi occhi, erano rossi come rubini e riuscivano ad illuminare il cammino del robot se avesse dovuto muoversi nel buio. Il colore rosso, favoriva la rilevazione delle imperfezioni strutturali durante la costruzione e questo lo rese per anni, la migliore risorsa per la produzione di nuovi edifici.

“Attivazione di tutti i sistemi elettronici e motori in corso. Boot del sistema principale in corso. Check dei servomotori completato. Check sistemi di ripristino completato. Accensione completata. Master Costruttore pronto!”. Dopo aver ultimato questa fase, Irotron potè prendere possesso completamente del suo nuovo corpo e gestirlo come coscienza primaria.

Sorprendentemente, il robot era dotato di retro razzi stabilizzatori, che non gli permettevano di volare, ma erano un sistema di sicurezza nel caso in cui la macchina perdesse l’equilibrio. I retro-razzi servivano per stabilizzarne la posizione durante sforzi imposti dalla costruzione di imponenti edifici. Questa scoperta, diede un’idea a Irotron, che voleva costruire un vero e proprio jet-pack per il suo nuovo, quanto vecchio, corpo ospite.

Salendo rapidamente le scale che lo avevano portato alla teca del Mega Costruttore, Irotron uscì rumorosamente dalla Camera della Coscienza e si diresse di gran passo verso il laboratorio di Signal, ove risiedeva il nuovo cervello multitronico. L’altezza del robot e la sorprendente velocità di marcia, nonostante la sua massa, gli permisero di raggiungere a piedi il Quadrante Rosso. Una volta individuato il laboratorio di produzione, Irotron riuscì a prelevare il suo nuovo cervello in maniera del tutto impropria.

Una delle due braccia teneva da un lato l’edificio di produzione, e con un solo colpo dell’altro braccio lo scoperchiò, lasciando vedere tutte le linee di creazione e tutti i Costruttori al lavoro.

Il Master Costruttore guardò i robot e disse: “Sono Irotron, e sono venuto a prendere una cosa che mi appartiene. Yacox mi ha promesso che l’avrei trovata qui. E’ un cervello positronico modificato, dov’è ?” la sua voce tuonò come un cannone a particelle di ioni, tutti i Costruttori guardarono questa enorme creatura della quale, la maggior parte di loro, ne conosceva l’esistenza ma non ne aveva mai visto uno.

Signal si fece avanti per primo, teneva in mano un cubo irregolare ai lati del quale, vi erano svariate connessioni a contatto. Una volta posizionato nella sede standard del cervello positronico, poteva interfacciarsi col robot senza nessun problema di incompatibilità.

“E’ questo che ci ha chiesto Yakox” fece Signal porgendo il cubo verso l’alto. Irotron lo prese con una mano e lo posizionò dietro la sua nuca. Il cubo si integrò automaticamente al Master costruttore. Irotron rimase immobile per qualche istante, mentre il sistema stava trasferendo dal vecchio cervello positronico, al nuovissimo multitronico, tutta la sua coscienza e soprattutto, il rivoluzionario programma Gene-Sys. Poi gli occhi si accesero di blu, il nuovo programma e la nuova coscienza erano perfettamente integrati tra loro. Irotron era finalmente vivo ed era la prima entità di Plarth Primo ad usare un sistema innovativo come Gene-Sys. Era libero e non aveva bisogno di una controparte b-naria. Era Irotron e basta!

Poi guardò verso l’alto, il potere che sentiva scorrere dentro di sé, lo rendeva fiero e comunque la sensazione che provava era impagabile. Era una nuova generazione, era la prossima generazione.

“Gli Antichi saranno fieri di me!” disse Irotron alzando le braccia al cielo. Poi estrasse dal suo braccio il cavo ottico e lo collegò al terminale di produzione. Passò tutte le specifiche per produrre in serie delle nuove entità Plarthiane già equipaggiate con un cervello multitronico e integrate con Gene-Sys.

Mentre completava il passaggio di queste informazioni, pensava che Plarth avrebbe avuto dei nuovi “figli” per gli Antichi e dei nuovi “fratelli” con cui convivere.
Mai più dei b-nari! Solo entità indipendenti!

Irotron guardò Signal, aveva capito che poteva contare su di lui e che era l’entità trainante del gruppo: “Ho impartito un ordine all’area produzione, 300 nuove unità dovranno essere pronte alla ventesima ora dell’ultimo giorno di questo mese. Avete 90 ore per completare l’operazione richiesta. Quando saranno pronte, inviatele tutte con un trasporto alle coordinate che sono state indicate nello stesso ordine di produzione”.
Signal fissò negli occhi l’immensa creatura metallica ed annuì un paio di volte con la testa, ma non disse niente. Era disorientato e non riusciva a comprendere se quello che stava succedendo fosse una cosa positiva o meno.

Irotron chiese inoltre il potenziamento dei retro-razzi installati sul uso corpo. Potevano essere potenziati del 250% e gli avrebbero permesso di librarsi nell’aria per spostarsi più rapidamente. Questo era necessario per ricoprire più velocemente le distanze tra i quadranti senza dover camminare, visto che comunque non poteva servirsi dei Vettori date le sue dimensioni.

Signal guardò Langis e gli fece cenno di seguirlo. Si chiusero nello stanzino che dava accesso al deposito e lo guardò per qualche secondo senza parlare: “Langis, non sono sicuro di quello che ci è stato chiesto, ma a quanto sembra, siamo di fronte ad una nuova nascita. Cosa significa ? Siamo di fronte alla realizzazione di un sogno o di un possibile incubo ?” disse Signal senza distogliere lo sguardo dal suo b-nario: “Io credo che tutto quello cui abbiamo assistito sia qualcosa di rivoluzionario. Si tratta di nuovi robot, nuove entità che hanno una loro identità definita. Questa nuova generazione ci surclasserà, ma la vera domanda da porsi è: come sarà il nostro futuro nei confronti di questa evoluzione ?”. Signal indietreggiò di un passo da suo fratello, capì che quel momento cruciale del futuro di Plarth Primo, poteva definirsi “Evoluzione” oppure… Rivoluzione!

Senza aggiungere altro, Langis tornò al suo laboratorio e Signal mise in produzione la richiesta di Irotron. La consegna stimata era prevista entro 60 ore, prevedendo anche un possibile ritardo relativo alla nuovissima tipologia di produzione da eseguire. Le specifiche nel progetto originale lasciate da Irotron, erano molto precise e descrivevano nel dettaglio quello che doveva essere fatto.
Una cosa era chiara, Irotron aveva le idee molto chiare in merito alla sua richiesta.

Nel Quadrante Rosso, c’era una zona completamente deserta, priva di edifici e non servita dai Vettori. Era chiamata Death Zone ovvero Zona Morta. In questa piccola porzione di spazio, venivano depositati tutti i rottami delle entità in disuso o che comunque erano state disattivate da tempo. Disposte tutti in modo ordinato ed in ordine di data di disattivazione. Tutte le unità venivano conservate in altezza ed in larghezza, disposte su 11 piani e in file da 9, ognuna delle quali ubicata all’interno di una capsula pressurizzata dalla sezione ellittica. Memoria poteva fornire tutte le informazioni necessarie, dal nome dell’unità, fino alla motivazione della sua disattivazione.

Irotron si era rifugiato nella Death Zone ed in attesa dell’arrivo del suo nuovo gruppo di Plarthiani, approfittava delle sue caratteristiche da Master Costruttore, per costruire la nuova dimora per tutti i suoi “fratelli”.
Aveva anche bisogno di un nome da dare alle nuove creature, ma più di tutto, un nome alla nuova razza. Aveva deciso di chiamarli Alars e lui si definì come loro guida.

Tutti gli Alars dovevano rivolgersi a lui come “La Guida”. Era l’inizio di una nuova era su Plarth Primo. Un’era fatta di Evoluzione e Rivoluzione!

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